4.Collision



Dunque.
Dopo aver messo il mondo tra parentesi attraverso l’epoché, cerco una sicurezza. Un concetto certo, vero, reale, esistente. Non sono il primo che ci prova, sai?
Descartes. Cogito ergo sum. Penso dunque sono. L’esistenza è davvero collegata all’atto del pensare? E come si fa poi a passare dal cogito all’affermazione dell’esistenza di Dio? No. Descartes ha sbagliato.
Come affermò uno dei pilastri della filosofia moderna, Kant, l’errore di Cartesio consta nel saltare dal piano ontologico a quello reale. In poche parole, non posso affermare l’esistenza di Dio come se egli fosse una proposizione, un pacchetto di chewin gum. Anche Kant pose come categoria prima, come appercezione pura, l’io penso, prima impressione sulla pellicola della vita dell’uomo.
Quindi, esisto o no? E cosa esiste di me in realtà?
Il corpo è simile ad una scatola vuota. Contiene il gestore delle azioni, quella grande macchina chiamata cervello. E’grazie al corpo che riesco a mettere in atto le mie azioni nel mondo. Questo materialismo è in bilico. Quali sono le fondamenta del corpo?
Da chi partono le azioni?
L’organo centrale è la testa. In questo momento, io che leggo e tu che leggi, stiamo elaborando pensieri continuamente. Ma ogni qual volta entriamo in contatto con un l’esperienza di un pensiero, pensiamo. Sì, ma DUBITIAMO.
Il dubbio è alla base di tutta la storia umana, di ogni esperienza vissuta ogni giorno, di molte dottrine filosofiche.
Perciò, dubito ergo sum. Paradossalmente alla base dell’esistenza c’è il dubbio.
Il dubbio metodico non deve essere visto come un concetto instabile, perché si avvicina al dubbio di Husserl ( le parentesi del Mondo ) anziché al dubbio degli Stoici. Non è un punto interrogativo, ma una risposta.
L’uomo è simile quindi ad un punto materiale di massa trascurabile, che segue un moto apparentemente slegato agli altri punti. Come diceva Leibniz, siamo monadi senza porte né finestre. Seppur il monadismo sia affascinante come teoria, mi chiedo come sia possibile affermare che l’uomo non abbia al suo interno delle finestre. L’uomo infatti è in continua relazione con l’altro in un eterno rapporto di causa effetto. Come nel film “ Il curioso caso di Benjamin Button”, nel secondo tempo c’è una chiara spiegazione dell’effetto farfalla. La protagonista femminile infatti, non sarebbe stata investita se ogni singola persona in relazione con lei avesse ritardato anche di pochi secondi la propria azione.
Collisioni. I punti materiali cadono su gli altri generando urti, che genereranno ulteriori urti su altri punti materiali. Niente viene creato dal nulla, tutte le azioni ne hanno un’altra da cui si generano.
Cos’è o chi è l’azione prima?

See you later…

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