30. Treni notturni


Ho la testa chiusa in uno scafandro di impressioni, nella notte che ingoia ogni cosa, e si fa ombra. 

Mani di ossigeno accarezzano la pelle e c’è freddo dove non c’è luce.

Vestito di vita, stringo la mia fede tra le dita per difendermi dalla solidità del ghiaccio. Perla dopo perla, recito parole lontane ora solidificate intorno a me.

Ghiaccio solido riveste le mura, scioglie lucido verso il pavimento. Mi avvicino al muro e ne rubo un po’. Mani labbra palpebre. Bisogna sentir freddo, per vivere.

Treni di pensieri dalla mente alla luna. Scorrono nell’impeto di stridere nell’esistenza, per macchiare il cielo.

Treni di vita fuori dalla finestra dormono, alle tre di notte. Stanno fermi in vecchie stazioni impolverate, sognano di essere nuvole.

Tremo di vita.

So che ora dormi. Sorridi alla notte che invano cerca di avvolgerti completamente, ma tu sogni la luce.

Ti osserverò danzare immobile tra le lenzuola, e in uno schiocco di dita, svanirò al tuo non-sguardo. Ci sarò sempre, oltre le finestre del fato.

Sogna, svegliati domani. Ciò che vorrai apparirà al tuo risveglio, è questo ciò che desidero per me.

Sogna, svegliami domani.


Sognami.

3 commenti:

  1. versi meravigliosi che ci fanno viaggiare con te a cavallo dei tuoi pensieri prima ad ammirare la ragazza che dorme e poi fino alla luna...

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  2. Fantastico sognatore fortunato chi ti sogna...
    Chiara

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  3. "Bisogna sentir freddo, per vivere.", chi potrebbe darti torto? Non io che sono nata nel freddo.
    Un abbraccio [caldo] fratellino bello :)

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