Circa la vita, o qualcosa in meno - 56


                         nel distratto silenzio della notte, quello che lascia scoperti gli ansimi degli amanti e il fluire delle penne degli scrittori, quello che tutti separa e unisce in un solo strappo di vita; questo tempo si mescola e diventa luogo, cornice da abitare. e mentre cerco di ripararmi in qualche angolo, scopro i miei desideri lì, centro della mia circonferenza.
                        desiderare, ardentemente desiderare è la vita, in una vertigine che allaga il cuore. e la pelle è solo un pezzo di cielo caduto su di me - per errore, potrei affrontare il mondo senza scudi, nel luogo della notte, niente mi fa più paura, se tutto il mondo ha questo colore. sfumature di nero da inventare, i lampioni spenti sono gli occhi chiusi del mondo addormentato.
                       non mi sveglierò domani, perché non mi addormenterò, stanotte. e l'abitudine delle giornate è distrutta tutta qui - in due occhi che percorrono la notte intera, aperti al mondo. non dormono, ma vegliano sulle cose. libri chiusi sonnecchiano negli scaffali - i libri che leggerò, mani abbracciano cuscini - mani che accarezzerò, luoghi che stanno come d'incanto immobili - posti che varcherò, porte socchiuse - usci che non solcherò.
                       e domani i miei occhi - i miei - i miei occhi - occhi, i miei - non saranno uguali a ieri i miei occhi, perché stanotte non hanno trovato riposo, ma riparo - stanotte i miei occhi hanno trovato riparo - leggendo l'invisibile inchiostro di ciò che non ho ancora scritto, hanno abitato quelle forme e quel colore. che colore ha la vita, che forma ha.
                    dell'amore o del dolore, le lacrime hanno lo stesso suono. sono gli occhi le mani dell'uomo: macchine esatte per inventare, dare la forma a ciò che capita. Perché la vita è solo qualcosa che ti capita d'un tratto, e, invisibile, accade.
  

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