Exxxtract - 87


[...] così lei mi fa cenno che non ne dobbiamo più parlare, che non ce n'è bisogno. Sono tranquillo. Tutta la mia vita è in questa scatola e non voglio uscire da qui, è aria che respiro io e respira lei, lei mi respira e mi fa stare bene, sono il suo ossigeno in polvere che vedo filtrare nel suo naso piccolo ogni volta che piega il mento e guarda preoccupata le automobili che ci sorpassano, quando un tipo sbucato all'improvviso dal nulla si getta sul finestrino.
"EHI!" - Urla lei, spaventata, sbanda sul lato destro, per fortuna non c'è nessuno, la vita in quest'automobile si sbatte con un po' di morte, ma dopo è tutto nella normalità. Sono morto e rinato in poche particelle di tempo.
"Chi era quel pazzo?"
"Nessuno. E' solo il mio migliore amico."
Accosta. Lui entra senza chiedere, ma lui è fatto così - entra ed esce dalla vita delle persone come dalla metropolitana in corsa. Ha il talento nel lanciarsi nelle cose - e uscire nello stesso modo.
"Hai una sigaretta!" dice, con tono allegro, non è una domanda ma capisco che lo è, ma comunque gli faccio cenno di no. Non chiede nulla, né come sto, né che ci faccio laggiù... la sua vita è una casualità di fortuiti eventi.
"E lei!"
"No, neanche lei."
"Ma fatti abbracciare, brutto stronzo!" - e così ci fermiamo a comprare le sigarette.


Scendiamo tutti e tre e siamo improbabili. Probabilmente, agli autisti dalla strada, sembriamo delle spie del KGB, tre scambisti, tre malati di mente. Tre statuine su un presepe italiano di grandezze e colori diversi, troppo pesanti per far reggere le montagnette di carta.

Ma comunque.
Lui fuma e si lascia uscire tutto il fumo dalla bocca, volgarmente, dalla sua barba tagliata male, lei se ne sta con le gambe unite, vicina a noi, a giocare col telefono, probabilmente va solamente da rubrica a messaggi e ci ritorna, ma non sa che fare.
Io che dovrei far qualcosa invece non faccio un bel niente.
"Come va con la terapia?" - dico, e sembro proferire il Verbo.
"Quale terapia!"
"Non stavi in ospedale, scusa?"
"Ah sì, l'indipendenza." 

"Cosa?"



"Sì, sono indipendente..."
"E che vuol dire?"
" Ci sono le dipendenze, no? Dalle droghe, dal sesso, dall'alcool, dalle colle... Ma per caso hai 20 centesimi, che li devo dare dentro, non ce li avevo tutti, ma ho detto che glieli portavo."
"Eh, cosa?"
"Le sigarette."
"Sei dipendente dalle sigarette?"
"Ma no che cazzo dici! Ce li hai 'sti spicci?"
Ah, aspetta un..."

"Tenga, li prenda da me." Lei con un gesto bellissimo glieli fa vedere, come se fosse la cosa meno naturale del mondo da tenere in mano. Le si arrossisce la mano.

"Anzi, li riporto io dentro, continuate pure."

"Grazie! Dicevo, ci sono le dipendenze... beh lì dentro hanno capito che il mio problema sono le indipendenze... io non dipendo da niente, per questo sono così instabile, comunque figa la tua nuova tipa, ma non è di qui!"
Dice tutto fumando e interrompendosi solo lievemente, riesce a parlare come un fiume, un po' si perde, ma si capisce che non è per il fumo.
"Non è la mia nuova tipa e no, non è di qui, ma spiega che non c'ho capito un cazzo."
" Beh si può essere indipendenti dai genitori, dalla società, dai ruoli sociali... Sai quanta gente soffre di indipendenze, al giorno d'oggi? Tantissime, io lo so perché ora conosco. Io non riesco a stare fermo perché non mi tiene fermo niente, così dice il dottore. Che non esiste scatola perfetta che mi tenga esattamente in equilibrio. Come i giochi froebeliani da piccolo, che se non stavi attento mettevi la stella nel quadrato e non ci entrava neanche se ci picchiavi sopra jeeg robot con la barbie di tua sorella...
Sono affetto da indipendenza. Dalla smania di perdere il centro."
Smette di fumare.
"Che merda, non la voglio più 'sta sigaretta."
La getta sull'asfalto.
Lei ritorna, ci rimettiamo in macchina, tutti e tre, come i giochi froebeliani, direbbe lui, stellina quadrato e cerchio, nessuno al posto giusto.

Ci sbagliamo pure a entrare in macchina.
Robe da chiodi.




1 commento:

  1. Mi chiedo: perché solo un estratto? Attendo la cinquina finale :D

    "Sono affetto da indipendenza. Dalla smania di perdere il centro", credo di avere lo stesso problemarisorsa

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