Come quando si scaricavano le biro - 98



Quando mi vedevi scrivere mi dicevi Stai perdendo tempo. Solo che lo dicevi uscendo in fretta dalla stanza e non sentivo la fine delle tue parole, non sentivo mpo, e capivo che mi dicevi Stai perdendo te. Che mi stavo consumando come l'inchiostro delle biro. Però poi quando si scaricavano eri tu che me le compravi. E quando ritornavi per farti felice mi mettevo a scrivere fiumi di parole nere in cui annegavo. Tutte intorno alle pareti che mi pareva di navigarci dentro. Che quando venivi a trovarmi nella nostra ultima stanza eravamo io e te chiusi in quattromila frasi. Forse avrei dovuto rincorrerti e inventarmi una buona scusa per saltare le notti, e dirti che se scrivevo, lo facevo per te, poesie di soli verbi:

tenere
scusarmi
respirare
scambiarsi

Avrei dovuto rincorrerti ma non l'ho fatto. Forse avrei dovuto semplicemente dirti che c'eri in tutti quei verbi, che stavo raccontando una storia simile alla nostra, che poi in realtà era proprio la nostra. Ma io sono timido e non te l'avrei detto, che non ti ho rincorso anche se avrei dovuto farlo.

Vederti
Correre
Rincorrere
Prenderti
Abbracciare

All'inizio le poesie erano complete eh, sostantivi congiunzioni aggettivi al posto giusto. Solo che hai smesso di comprare le penne e non sapevo come fare, allora ho spogliato la vita di tutte le cose e sono rimasti solo i gesti. Quelli nostri.
C'è una poesia cortissima che si intitola Tornare e fa:

Tornare.

Così. Questa poesia è per te. Come tutte le altre, ma forse non l'avrei mai scritta una poesia così bella se avessi deciso di rincorrerti, ma non l'ho fatto.
I verbi delle nostre poesie sono tutti all'infinito perché è lì che siamo noi. Ad aspettare.
Ora non entra più nessuno in questa stanza piena di penne scariche e di parole dimenticate, e scrivo poco per non sprecare, ecco perché le mie ultime poesie sono così brevi eh.
L'ultima poesia si chiama Tu e fa:

Sei.

Però non so se è proprio una poesia che il verbo non è all'infinito, ma noi sì, e quindi ne ho scritta un'altra, che si chiama Scusarsi, e il testo lo puoi immaginare. Ora non ci sono più parole, perché l'inchiostro sta finendo, e ho paura di rimanere appeso in mezzo al foglio, come sono rimasto sospeso con te. E allora sento la tua voce che mi dici Stai perdendo tempo, e stavolta c'è poco inchiostro e scrivo solo Stai perdendo te. Arrivavi con i nuovi fogli bianchi sempre quando stava finendo la carta per le mie poesie.
Che tu eri brava a indovinare tutto, come quando si scaricavano le biro.

Tienimi.
Promettimi - (Solo questo.)



2 commenti:

  1. "il corpo conserva. il corpo trattiene. tiene i tratti degli sguardi che non si vogliono perdere."
    quando arrivi all'essenziale e ti riduci alle tue ossa, esse scrivono per te e sono aguzze, un po' feriscono. ma si muore un pochino per vivere. come si fa a non metterti accanto sul comodino, o nella borsa, o nelle tasche del cappotto, in mezzo ai fogli bianchi di una vita, carta stropicciata che aspetta solo te?

    RispondiElimina