Isolato

Alessandro Gottardo

Mi piace che con le cose ti innamori facilmente, ti fermi a guardare qualcosa per strada mentre io ti parlo di come ho risolto quella equazione di quarto grado con Ruffini (non Quarto Grado della Tv e no, non Ruffini di Colorado) e può capitare con qualsiasi cosa, una nuvola, una foglia, una targa e un neon malfunzionante, ti ci perdi e ti perdo al numero civico ventisette di Via Roma questo giovedì così vuoto da sembrare domenicale. Cosa starai pensando, mi chiedo, dove sei adesso, mi chiedo, mentre ti sono accanto e ti sfioro il braccio con il braccio, un urto che fingo sia casuale e che invece è l'esplosione della decisione di tutte le cellule dentro di me, c'è stato un referendum di cellule per far finta di sfiorarti, un tocco democratico. E allora per strada Ora una busta! - no, quello è American Beauty -: Ora Basta, mi correggo, andiamo via, per x tendente a meno infinito! E insieme tendiamo sul corso di via Roma che vorrei che fosse come la soluzione dell'equazione di oggi per camminarti accanto per tutto il tempo delle puntate di Beautiful messe insieme e invece ahimé, l'isolato è finito e siamo arrivati a casa tua e rimango isolato pure io.

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