Di nuovo




Capiterà che ci incontreremo di nuovo, e di nuovo mi lascerò fregare dalle tue parole, dalle dita che si intrecciano mentre farai quei tuoi discorsi incompleti in cui non dici nulla e penserò di nuovo a quell'alba passata insieme sulla spiaggia chiusi sotto un asciugamano un po' per il freddo e un po' perché non te lo so spiegare; ti chiederò come stai, ma non mi ascolterai, sarai troppo impegnata a scrivere sul cellulare un messaggio a una tua nuova amica di cui non conoscerò il nome, di nuovo ti chiederò come stai, come va con i tuoi progetti e mi dirai che hai fallito in tutte le cose che avevi iniziato quando c'ero io, ma poi ne hai iniziate delle altre che neanche conosco e ne sei diventata esperta, una cosa che mi farà rimanere incerto su cosa provare, su cosa pensare. Di nuovo penserò di sentirti distante, anche nel momento in cui ti ho ritrovata sulla metro di un venerdì pomeriggio, mentre al di fuori i negozi chiudono e in via Roma aprono le saracinesche quei bar hipster pieni di puff e quadri verdi alle pareti, uno di quei locali che piaceva a te per la tua smania del tè ai frutti rossi e invece non te l'ho mai detto, ma a me  ha sempre fatto schifo. E te lo dico sottovoce ora che ci passiamo davanti, ma tu sembri non ascoltarmi di nuovo e ti guardo da qui in mezzo al nulla di un tram vuoto che guardi oltre il vetro con lo sguardo che scivola sul mondo, che sfiora i passanti - la strada - l'asfalto - le vetrine dei negozi - un cane che si morde la coda - una bambina che non si ferma al semaforo - un ombrello sgangherato sul marciapiede; di nuovo guardo il tuo sguardo che si ferma su tutto e ci ripassa ancora una volta e un'altra volta ancora, e quando scendo senza salutarti non posso che pensare che tu ti soffermi su tutto - tranne su di me.

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