Di scordarti


C’è una cecità
Che mi prende
Quando ti vedo
La voglia di chiudere gli occhi
Ammainare le palpebre
Colare a picco
E affondare lentamente
In questo mare di niente
Che sono io.

C’è una immobilità
Che mi assale
Quanto ti incontro
Getto l’ancora
E rimango fermo
Lascio passare il tempo
- inevitabile
In cui non siamo stati.

C’è una sordità
Che mi allaga le orecchie
come sott’acqua
quando ti ascolto parlare
dire parole che ci appartenevano
e che abbiamo lasciato
indietro
- parole a cui non do risposta
Perché non so che tacere
Parole che si somigliano
Tra loro
Ma non a noi.

C’è un desiderio
Che risale dal fondale
Quando ti penso
Accade in momenti
Impensabili, inopportuni
La volontà di sfiorarti
Nei confini della carne
Polpastrelli, gomiti
Caviglie, polsi
Negli angoli del tuo corpo
Che si piega al resto
Per vivere
- è lì che mi piacerebbe
Rintanarmi
Per attutire le ferite
Che ti fai:
Farti da cuscino
Tutte le volte che
Mi lasci e non lo so.

(tremo all’idea
Di scordarti
E allora mi faccio chitarra
E ti canto nel vento di mare

Del porto desolato in cui ti aspetto.)

- illustrazione di Alessandro Gottardo -

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